venerdì, Marzo 29, 2024
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RETROSCENA INTERNAZIONALE: RINGHIO BOLTON MORDI IRAN, CASA BIANCA CAOS

Di Piero Orteca. John Bolton, il Consigliere per la Sicurezza Nazionale Usa ha ispirato il piano per la Terza Guerra del Golfo. Il New York Times rivela tutti i retroscena relativi all’invio in caso di necessità di un’armata di ben 120 mila uomini in Medio Oriente. La notizia è stata fatta “filtrare” ad arte? Gli alleati europei hanno manifestato tutto il loro sconcerto a Mike Pompeo. Si mette male anche nello Yemen . Golfo Persico: anche se negli ultimi giorni sulle tensioni dei giorni scorsi sembra calato un muro di silenzio, il fuoco cova sotto la cenere. Pronto a divampare in qualsiasi momento. Il confronto tra Iran e Stati Uniti (spalleggiati da Israele, Arabia Saudita ed Emirati) è più aspro che mai e, assieme alle diplomazie, ormai si muovono anche gli Stati maggiori. Il New York Times ha letto le carte del Pentagono e ha rivelato che il Ministro della Difesa facente funzione, Partrick Shanahan, ha presentato una proposta “tranchant”: se gli ayatollah dovessero attaccare “o proseguire nel loro programma di arricchimento dell’uranio” bisognerà spedire in Medio Oriente un’armata di 120 mila uomini. Insomma, un altro Vietnam o un’altra Corea, fate voi.

Granguignol ‘Baffone John’

Pare che l’artefice di codesta bella pensata abbia un nome e cognome precisi: John Bolton, Consigliere per la Sicurezza Nazionale, di mestiere “superfalco”, tutto becco e artigli, e che con l’Iran sembra avere un risentimento personale, covato da lunga pezza. Ci crediate o no, Bolton ha già cercato di fare la festa agli ayatollah al tempo che fu, quando Bush-figlio, alla Casa Bianca, andava cercando in tutti gli angoli del condominio nemici da liquidare. Ebbene, manco il bellicoso Bush accettò di seguire i piani alquanto granguignoleschi di “Baffone John”. Evidentemente giudicati fin troppo estremistici. Il che è tutto dire. Tra le altre cose, non sappiamo cosa ne penserà il neo-isolazionista Trump, che per questioni di borsellino ha già deciso di sbaraccare dall’Afghanistan e dalla Siria.

Iran, Casa Bianca caos

Una cosa però è sicura: al New York Times sono certi che, per ora, durante i briefing sul Medio Oriente allo Studio Ovale, piatti e stracci volino ad altezza d’uomo. Esisterebbero infatti (e non è una novità) notevoli divergenze dentro l’Amministrazione repubblicana sull’atteggiamento da assumere con l’Iran. Ci sarebbe un “partito” che spinge per una soluzione diplomatica. Anche perché, a dirla tutta, lo strappo è stato provocato unilateralmente proprio dagli Stati Uniti. E sembra più una scusa per provocare una rissa da parte dei bulli di quartiere, che un vero e proprio piano politico-strategico. Se andate a chiedere in giro per l’Europa, nelle Cancellerie tutti hanno le mani ai capelli: nessuno si sa spiegare la logica della politica estera americana, che sembra fatta apposta per
provocare disastri.

Alle prese col ‘matto’

Lo hanno detto in tutte le salse al Segretario di Stato Mike Pompeo. Durante la sua recente visita nel Vecchio Continente. Occhio, lo hanno avvertito, perché a scherzare col fuoco ci si può bruciare. Specialmente quando si creano situazioni di tensione che si taglia col coltello e quando più facile diventa restare vittime di incidenti nella “catena di comando”. Significa che, se a qualche sottoposto scivola il piede, con un atteggiamento da “realista più del re”, gli eventuali colpi di testa (magari un missile lanciato inavvertitamente) potrebbero essere la base di partenza per una escalation incontrollabile. Il New York Times ha sentito, in condizioni di anonimato, sei alti ufficiali responsabili della sicurezza nazionale Usa.

Troppo Bolton stroppia

Tutti erano “scioccati” dalle cifre che circolavano e da possibili strategie che contraddicono i più recenti annunci della Casa Bianca sul Medio Oriente. Uno di loro ha commentato che un corpo di spedizione di 120 mila uomini equivarrebbe a fare una terza Guerra del Golfo. Sono numeri visti solo in occasione dell’invasione dell’Irak nel 2003. Shanahan e il Capo di Stato maggiore, generale Dunford Jr., hanno declinato l’invito dell’autorevole giornale nuovayorkese a esprimere il loro punto di vista. Comunque, si è saputo che il piano di Bolton non prevede un’invasione dell’Iran. Sarebbe una mossa azzardata e ritenuta fin troppo pericolosa. E allora? Probabilmente uno spiegamento così faraonico di forze potrebbe essere legato alla necessità di spartirsi i pani e i pesci in Siria (coi russi) e all’esigenza di garantire la sicurezza di Israele e dell’Arabia Saudita.

Provocazioni a rischio inciampo

E qua torniamo alla “madre” di tutti gli incubi. La possibile chiusura dello Stretto di Hormuz e la crisi dei prezzi dell’energia, petrolio in primis, ma anche gas. Qualcuno azzarda l’ipotesi che le cifre filtrate siano un mezzo di dissuasione nei confronti degli ayatollah. Possibile. Alcuni analisti scommettono sul fatto che gli annunci di “ritirata strategica” fatti da Trump, fra novembre e dicembre scorsi, abbiano convinto gli iraniani ad alzare il piatto della risicatissima partita di poker che stanno giocando con gli Stati Uniti. E intanto si complica un’altra guerra “per procura”: quella nello Yemen. I negoziati tra i lealisti e i ribelli sciiti Houthis sono falliti. In Giordania si discuteva sul controllo del porto di Hudayda. Evidentemente gli odii sono più forti dei possibili interessi comuni. Oppure i rispettivi “padrini” (Arabia Saudita e Iran) sono ormai entrati in una irreversibile rotta di collisione.

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