venerdì, Aprile 19, 2024
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CONTRAFFAZIONE: ORDINE DEGLI AVVOCATI DI NAPOLI ISTITUISCE UNA COMMISSIONE

Contraffazione: Ordine Avvocati istituisce una commissione Coordinatore Paipais, necessaria disamina su tutela Made Italy (ANSA) – NAPOLI, 15 OTT – Una commissione consiliare dell’Ordine degli Avvocati di Napoli approfondirà i temi legati all’internazionalizzazione del made in Italy e al contrasto alla contraffazione. La decisione è stata presa oggi nel corso di una seduta dall’Ordine forense. “Lo sviluppo della digitalizzazione, dell’innovazione ed internazionalizzazione delle nostre eccellenze locali – spiega l’avvocato Antonio Tafuri, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Napoli – hanno orientato la scelta del Consiglio alla nomina di una commissione, composta da avvocati con comprovata esperienza nel settore, che possa coadiuvare il Consiglio”. Coordinatore della commissione sarà l’avvocato Gennaro Demetrio Paipais, affiancato dagli avvocati Emiliano Iasevoli, (vice coordinatore), Antonio Scotto Rosato, Giuseppe Albanese, Massimiliano Tisbo, Giuseppe Picazio e Valeria Nasti. “Si avverte la necessità – commenta Paipais – di una disamina della disciplina sulla tutela del made in Italy tra fonti sovranazionali e norme nazionali idonea sia ad internazionalizzare le eccellenze partenopee sia a prevenire quel fenomeno complessivo dell’informazione commerciale ingannevole dell’Italian Sounding e della diffusione dell’industria del falso. Ed è per questo che avvieremo un confronto costante tra avvocatura, e Istituzioni, Imprese, Cooperative e Associazioni locali. Un focus specifico sarà poi dedicato alla promozione di una rete di imprese locali che, nell’ottica dell’inclusione sociale, reinseriscano nel tessuto lavorativo soggetti condannati ed a rischio di esclusione, per la produzione e valorizzazione di prodotti tipici del nostro territorio che rappresentano ovunque la garanzia della nostra tradizione e della nostra qualità. Soltanto inserendo in un circuito legale e regolarmente retribuito coloro che in passato hanno prestato le loro competenze nella realizzazione di prodotti, come già avvenuto per il marchio sociale Verigood, è possibile, in parte arginare il fenomeno”. (ANSA)

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