Economia Economia“L’ECCELLENZA SALVERA’ IL MADE IN ITALY”: LA RIFLESSIONE DELLA GIORNALISTA LA ROSAGennaio 9, 2021Agroalimentare / costume e società / Digitale / Economia / homeDi Roberta Bascetta “A causa del Covid, 9,6 mld di cibi e vini sono stati invenduti. In questo momento difficile chiediamo agli italiani di privilegiare il consumo di prodotti alimentari Made in Italy”. Ad affermarlo il presidente della Coldiretti Ettore Prandini. Nel commentare questi dati, la giornalista dott.ssa Katia La Rosa, ha dichiarato: “l’Italia dell’eccellenza salverà il made in Italy”. Esperta di comunicazione istituzionale, già docente universitaria, ha progettato e creato un sistema di piattaforme digitali lanciando l’idea di una dottrina sociale che rivaluti il concetto universale di “eccellenza” territoriale, che ne faccia i cardini del Made in Italy, come elemento chiave per il traino dell’economia del nostro Paese. “Tutto è cambiato. La pandemia ha modificato il nostro modo di fare impresa. Per la salvezza del nostro Paese – ha continuato La Rosa – è necessario imparare a promuovere il Sistema Italia ai tempi del Covid – 19. La parola d’ordine digitalizzazione. Modificando i canali comunicativi, necessario puntare alla valorizzazione delle economie locali e delle loro eccellenze. I passi necessari: rilanciare l’immagine dell’Italia attraverso la peculiarità delle eccellenze territoriali e sostenere le esportazioni, attraverso il rilancio dei settori economici più colpiti. Dobbiamo vivere proiettati al futuro”. La Giornalista La Rosa, lo scorso marzo, in pieno lockdown, con lungimiranza, ha lanciato la campagna nazionale “L’italia dell’eccellenza salverà il made in italy”, consapevole che il mutamento epocale avrebbe creato un danno alla nostra economia. Una strategia oculata che ha anticipato i tempi rivelandosi antesignana rispetto alla crisi attuale. I dati pubblicati oggi dall’ISTAT confermano l’importanza del suo intervento: l’epidemia da Covid-19 ha avuto un impatto sull’economia italiana profondo ed esteso, nel quadro di uno scenario economico internazionale pesantemente negativo. La nota mensile sull’andamento dell’economia italiana di aprile 2020 ha evidenziato che i settori più colpiti sono quelli più aperti al commercio internazionale e più rilevanti per il modello di specializzazione italiano: tessile-abbigliamento-pelli (-4,1%), apparecchi elettrici (-4,0%), macchinari (-3,8%), autoveicoli (-3,7%); effetti più contenuti si registrerebbero, invece, per gli alimentari e bevande (-1,9%). ·... CON IL COVID SALE IL RISCHIO FALSO MADE IN ITALYNovembre 22, 2020Agroalimentare / Economia / Food & Beverage / homeDi redazione. Si stima – sottolinea la Coldiretti – che dalla lotta al falso Made in Italy a tavola si possono creare ben 300mila posti di lavoro in Italia. Serve dunque – continua la Coldiretti – una efficace azione di contrasto a livello internazionale ma anche un maggiore impegno nei negoziati di libero scambio dell Unione Europea per tutelare il Made in Italy. A taroccare il cibo italiano – evidenzia la Coldiretti – sono soprattutto i Paesi emergenti o i più ricchi, dalla Cina all’Australia, dal Sud America agli Stati Uniti. Negli Usa il 99% dei formaggi di tipo italiano sono imitazioni, nonostante il nome richiami esplicitamente le specialità casearie più note del Belpaese, dalla mozzarella alla ricotta, dal provolone all’Asiago, dal pecorino romano al Grana padano, al gorgonzola. In cima alla classifica c’è la mozzarella, seguita dal Parmesan, dal provolone, dalla ricotta e dal Romano, realizzato però senza latte di pecora. La pretesa di chiamare con lo stesso nome prodotti profondamente diversi è – conclude la Coldiretti – inaccettabile e rappresenta un inganno per i consumatori e una concorrenza sleale nei confronti degli imprenditori.... Mercati rionali zona rossa: i non alimentari chiedono equiparazione negozi al dettaglioNovembre 22, 2020EconomiaDi redazione. In fermento da giorni i proprietari dei banchi non alimentari dei mercati rionali dei comuni nelle Regioni all’interno dei territori considerati zona rossa, a seguito dell’ultimo Dpcm non si placano le polemiche su quello che ai lavoratori pare essere un provvedimento discriminante nei loro confronti rispetto a quanti vendono i medesimi prodotti nei negozi ‘al dettaglio’ , e che resta per giunta al momento condizionato dalla libera interpretazione dei vari comuni. Già perché se da un lato il Dpcm cita in modo esplicito la possibilità ai soli banchi alimentari di montare: “Sono chiusi, indipendentemente dalla tipologia di attività svolta, anche i mercati, salvo le attività dirette alla vendita di soli generi alimentari” dall’altro alcune attività merceologiche, del commercio al dettaglio, vengono ‘graziate’ da questo lockdown parziale. Ragione per cui tutte le attività contenute nell’allegato 23 del DPCM possono continuare a lavorare, tra questi si leggono: Ecco le attività commerciali che restano aperte (l’elenco è contenuto nell’allegato 23 del Dpcm) : Commercio al dettaglio in esercizi non specializzati con prevalenza di prodotti alimentari e bevande (ipermercati, supermercati, discount di alimentari, minimercati ed altri esercizi non specializzati di alimenti vari) Commercio al dettaglio di prodotti surgelati; Commercio al dettaglio in esercizi non specializzati di computer, periferiche, attrezzature per le telecomunicazioni, elettronica di consumo audio e video, elettrodomestici; Commercio al dettaglio di prodotti alimentari, bevande e tabacco in esercizi specializzati (codici Ateco: 47.2), inclusi gli esercizi specializzati nella vendita di sigarette elettroniche e liquidi da inalazione; Commercio al dettaglio di apparecchiature informatiche e per le telecomunicazioni (ICT) in esercizi specializzati (codice Ateco: 47.4); Commercio al dettaglio di ferramenta, vernici, vetro piano e materiali da costruzione (incluse ceramiche e piastrelle) in esercizi specializzati; Commercio al dettaglio di articoli igienico-sanitari; Commercio al dettaglio di macchine, attrezzature e prodotti per l’agricoltura e per il giardinaggio; Commercio al dettaglio di articoli per l’illuminazione e sistemi di sicurezza in esercizi specializzati; Commercio al dettaglio di libri in esercizi specializzati; Commercio al dettaglio di giornali, riviste e periodici; Commercio al dettaglio di articoli di cartoleria e forniture per ufficio; Commercio al dettaglio di confezioni e calzature per bambini e neonati; Commercio al dettaglio di biancheria personale; Commercio al dettaglio di articoli sportivi, biciclette e articoli per il tempo libero in esercizi specializzati; Commercio di autoveicoli, motocicli e relative parti ed accessori Commercio al dettaglio di medicinali in esercizi specializzati (farmacie e altri esercizi specializzati di medicinali non soggetti a prescrizione medica); Commercio al dettaglio di articoli medicali e ortopedici in esercizi specializzati; Commercio al dettaglio di cosmetici, di articoli di profumeria e di erboristeria in esercizi specializzati; Commercio al dettaglio di fiori, piante, bulbi, semi e fertilizzanti; Commercio al dettaglio di animali domestici e alimenti per animali domestici in esercizi specializzati; Commercio al dettaglio di materiale per ottica e fotografia; Commercio al dettaglio di combustibile per uso domestico e per riscaldamento; Commercio al dettaglio di saponi, detersivi, prodotti per la lucidatura e affini; Commercio al dettaglio di articoli funerari e cimiteriali; Commercio al dettaglio ambulante di: prodotti alimentari e bevande; ortofrutticoli; ittici; carne; fiori, piante, bulbi, semi e fertilizzanti; profumi e cosmetici; saponi, detersivi ed altri detergenti; biancheria; confezioni e calzature per bambini e neonati; Commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto effettuato via internet, per televisione, per corrispondenza, radio, telefono; Commercio effettuato per mezzo di distributori automatici. I proprietari dei mercati rionali mal digeriscono quella che ritengono l’ennesima ingiustizia nei confronti di una categoria,quella degli ambulanti, che sono già stati duramente colpiti dal precedente lockdown di marzo e che avevano appena iniziato a riprendersi. Per loro questa eventuale chiusura forzata e per giunta, solo dei mercati rionali, e non dei negozi al dettaglio che vendono i medesimi prodotti contenuti nell’allegato 23, risulta l’ennesima beffa che potrebbe portare molti dei gestori a dover chiudere definitivamente l’attività. Per questa ragione i proprietari dei banchi non alimentari che vendono i prodotti merceologici contenuti nel suddetto elenco, chiedono di avere pari diritti dei colleghi commercianti al dettaglio.... Il Green New Deal: rischi e vantaggi di un nuovo interventismo pubblico in economiaNovembre 22, 2020Cultura e Turismo / Economia / homeDi redazione. I rischi e le conseguenze imminenti del cambiamento climatico hanno posto i Governi mondiali di fronte a un’emergenza senza precedenti, per fronteggiare la quale fin dalla fine degli anni Novanta si sono stipulati trattati e predisposti progetti non sempre universalmente rispettati, principalmente per i costi che una riconversione dell’economia in chiave green inevitabilmente comporta. A ben vedere però il Green Deal – ossia l’insieme di iniziative politiche ed economiche per ridurre l’impatto ambientale delle attività umane – può rappresentare un’importante opportunità di crescita e sviluppo economico per ogni Paese: permetterebbe infatti di inserirsi in un mercato ancora relativamente nuovo, di svincolarsi da fonti di energia obsolete o in esaurimento, di puntare su un settore lavorativo altamente specializzato, nonché di limitare i costi sanitari ed ecologici legati all’innalzamento della temperatura. In questo saggio l’autore analizza nel dettaglio costi e benefici del Green Deal, focalizzandosi su come è stato recepito dalle principali potenze mondiali – Usa, Cina e Unione Europea – le quali, ciascuna portatrice di un proprio modello macroeconomico,stanno inevitabilmente facendo i conti con una sfida che oramai non riguarda più un futuro lontano, ma che si gioca ogni giorno sulla scacchiera del presente. Antonello Durante è nato a Copertino (LE) il 17 aprile 1987. Cresce a Leverano (LE) dove vive fino all’età di 19 anni quando, dopo aver conseguito la maturità linguistica con il massimo dei voti, intraprende la carriera militare divenendo un cadetto dell’Accademia Militare di Modena. Prosegue gli studi presso la Scuola di Applicazione dell’Esercito a Torino dove consegue la Laurea Magistrale inScienze Strategiche e Politico-Organizzative. Nel 2011 viene trasferito a Roma, presso il Reggimento Lancieri di Montebello” (8°) con il grado di Tenente. Prende parte a svariate Operazioni in Italia e all’estero. Diventa Capitano nel 2015 e nel 2018 trascorre oltre 7 mesi negli USA per un corso di formazione avanzata in pianificazione. Nel 2020 consegue la Laurea in Economia e successivamente diventa manager per Amazon Italia Transport. È alla sua prima opera edita.... PARRUCCHIERI E CENTRI ESTETICI,PARTENZE ANTICIPATE IN ALCUNE REGIONI. l’ALTO ADIGE PARTE 11 MAGGIOMaggio 8, 2020Economia / home / WellnessDi redazione. Obiettivo centrato. Siamo molto soddisfatti, che Governo, Istituzioni e Rappresentanti regionali abbiano accolto il nostro appello: “facciamo ripartire l’Italia della bellezza”. Lo ha dichiarato in una nota Giuseppe Gennero, Amministratore Delegato del Gruppo Wella, azienda associata Cosmetica italia. L’Alto Adige, con una legge regionale approvata questa notte, riaprirà il settore di parrucchieri e centri estetici, lunedi 11 maggio. Mentre Michele Emiliano Governatore della Puglia, ha predisposto con un’ordinanza, l’avvio al prossimo 18 maggio, anticipando di fatto le disposizioni del Governo, che prevedono l’apertura al 1° giugno. “Inoltre ringraziamo tutti i leader politici del Parlamento Italiano, – ha continuato AD Gennero – che superando il colore politico, si sono uniti sostenendo il settore che rappresenta la seconda categoria artigianale nel nostro Paese. Siamo altresì fiduciosi nell’operato del Ministro per gli affari regionali e le autonomie, Francesco Boccia, che ben conosce la dimensione sociale di questa realtà”. L’azienda Wella, rappresentata dall’amministratore delegato Giuseppe Gennero, due giorni fa, ha avuto, un’interlocuzione telefonica, con il Ministro. “Un dialogo positivo” riferisce Gennero “dove ho potuto parlare di ciò che più mi sta a cuore, la categoria degli acconciatori in Italia, per la quale tutta la Wella da settimane si sta adoperando, quale azienda leader del settore e parte di Cosmetica Italia”. Il settore oggi, come è emerso durante i vari incontri ed interventi istituzionali, rappresenta, un importante tassello per la nostra economia: 100.000 licenze (solo acconciatura) con quasi 200.000 persone coinvolte. Nell’estetica i numeri arrivano a 135.000 licenze e quasi 300.000 addetti. Secondo i dati di Cosmetica Italia, il settore ha registrato 6 miliardi di ricavi nel 2018. Un valore vitale per il rilancio dell’economia nazionale. “Ci auguriamo – ha concluso Gennero – che il monitoraggio della situazione dei contagi, fornisca dati utili per consentire la riapertura prima del 1° giugno anche nelle altre Regioni, Il Gruppo Wella, azienda associata a Cosmetica Italia, leader nel settore, che opera da oltre 70 anni con 200 dipendenti, da sempre ha promosso la categoria, fornendo servizi di qualità. Wella, in linea con i suoi principi, per affrontare le difficoltà, che ha generato la pandemia, ha lanciato le iniziative Wella on Hair e Wella Campus, che garantiscono un supporto essenziale di informazione e supporto a tutti i saloni italiani. La consapevolezza nasce dall’informazione. ... CHIESTA AL GOVERNO LA RIAPERTURA DEI PARRUCCHIERI GIA’ IL 18 MAGGIOMaggio 6, 2020Economia / WellnessDi redazione. Facciamo ripartire l’Italia. È questo il messaggio che il Gruppo Wella, azienda associata a Cosmetica Italia, a sostegno dei parrucchieri ha lanciato a Governo ed Istituzioni. “Dobbiamo tutelare la professionalità di un comparto – ha dichiarato Giuseppe Gennero, AD del gruppo Wella – che rappresenta la seconda categoria artigianale nel nostro Paese”. In questa delicata “Fase 2”, prevista dal Governo, il Senatore Questore Antonio De Poli, si è mobilitato appellandosi al Governo, chiedendo di anticipare già dalla prossima settimana, la riapertura delle attività, rispettando tutte le tutele della salute, per parrucchieri ed estetiste, commercianti, artigiani, titolari di bar ristoranti e agriturismi. “Un passo decisivo – ha commentato De Poli – per rilanciare la nostra economia”. Nei giorni scorsi, il Senatore De Poli, ha presentato un’interrogazione parlamentare, indirizzata al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in cui è stata chiesta la riapertura delle attività in sicurezza. Il settore, che secondo i dati di Unioncamere, è la seconda categoria artigianale nel nostro Paese, comprende oltre 100.000 licenze e coinvolge più di 200.000 parrucchieri. “Abbiamo deciso di scendere in campo ed interloquire con Parlamento e Governo – ha spiegato AD Gennero – perché molti imprenditori rischiano la chiusura. Dobbiamo tutelare professionalità, tradizione ed economia”. Il Gruppo Wella, azienda associata a Cosmetica Italia, leader nel settore, che opera da oltre 70 anni con 200 dipendenti, da sempre ha promosso la categoria, fornendo un ottimo servizio ai loro clienti. Wella per affrontare le difficoltà, che ha generato la pandemia, ha lanciato le iniziative Wella on Hair e Wella Campus, che garantiscono un supporto essenziale di informazione e supporto a tutti i saloni italiani.... AL GOVERNO INTERROGAZIONE PER CONSENTIRE L’APERTURA ANTICIPATA DEGLI ACCONCIATORIAprile 30, 2020Economia / homeDi Redazione. Wella scende in campo a sostegno dei parrucchieri. L’azienda leader nel settore, che opera da oltre 70 anni con 200 dipendenti e 100 agenti di commercio, è intervenuta chiedendo al Governo un incontro tra l’amministratore delegato, dott. Giuseppe Gennero, ed uno degli esponenti delle Istituzioni al fine di individuare congiuntamente, una soluzione che possa dare fiducia e respiro ad una categoria che comprende oltre 100.000 licenze e che coinvolge più di 200.000 parrucchieri. Secondo i dati di Unioncamere, è la seconda categoria artigianale nel nostro paese. “Il nostro intervento – ha spiegato l’amministratore delegato Gennero – si è reso necessario per tutelare il comparto che rischia, la chiusura. Dobbiamo sostenere le professionalità ma soprattutto la nostra economia. Per questo l’azienda ha chiesto al Governo un’interlocuzione che possa consentire di anticipare l’apertura che è stata fissata al 3 Giugno. In Svizzera i Saloni, hanno riaperto il 27 aprile. In Germania, riapriranno lunedì 4 maggio. In Italia, il protocollo che le associazioni di rappresentanza, stanno preparando è ancora una bozza di punti”. In questo clima di grande tensione per il comparto, il grido di aiuto, lanciato dalla categoria è stato raccolto al Senato della Repubblica. Il Senatore Questore, UDC Antonio De Poli, ha presentato un’interrogazione indirizzata al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, chiedendo di modificare il decreto che prevede la fase 2 e consentire la riapertura anche dei parrucchieri, qualora garantiscano, nei loro saloni, le norme di sicurezza previste. “Riprendere – scrive de Poli nell’interrogazione – è l’unico modo per fronteggiare l’impatto devastante che questa crisi sta generando”.... DE POLI PRESENTA INTERROGAZIONE AL GOVERNO MODIFICARE LA FASE 2Aprile 30, 2020EconomiaDi redazione. Il Senatore Questore Antonio De Poli, ha presentato un’interrogazione rivolta al presidente Giuseppe Conte, in cui chiede di rivedere il decreto sulla fase 2. ” Il Governo – scrive – modifichi la data di riapertura della categoria di parrucchieri ed estetisti, ristoratori e gestori bar, qualora garantiscano le norme di sicurezza previste. Riprendere il prima possibile le attività, per queste persone e per i loro dipendenti, è l’unico modo per fronteggiare l’impatto devastante che questa crisi sta generando”. Nello specifico, quella dei parrucchieri, secondo i dati forniti da UnionCamerre è la seconda categoria artigianale nel nostro paese. –... WELLA SCRIVE AL GOVERNO: TUTELIAMO LA CATEGORIA DEI PARRUCCHIERIAprile 27, 2020Economia / homeGentile Primo Ministro, Gentili membri del Governo, scrivo a nome di Wella Italia, Azienda nata nel 1880 in Germania per merito di parrucchieri imprenditori e operante in Italia da oltre 70 anni con 200 dipendenti e 100 agenti di commercio. Con questa mia lettera aperta vorrei dare voce alle oltre 100.000 licenze di saloni di parrucchieri o barbieri che impiegano più di 200.000 acconciatori, tra titolari e collaboratori in tutta Italia. Nelle scorse settimane, abbiamo provato ripetutamente a sensibilizzare le Istituzioni attraverso la nostra associazione industriale e le associazioni di categoria, per agevolare l’accelerazione della riapertura e la ripresa delle attività nel rispetto della tutela della salute di operatori e consumatori. Siamo certi che tutti i vostri sforzi siano indirizzati a prevenire una seconda pericolosa ondata che implicherebbe ulteriori difficoltà e nuove chiusure. Purtuttavia, non riteniamo efficace le decisone di riaprire le attività del nostro settore a inizio giugno. Come Azienda esprimiamo tutta la nostra solidarietà ai tantissimi lavoratori coinvolti (quasi 300.000 se consideriamo anche il settore Estetica) così come alle loro famiglie. Molti di questi operano in piccole imprese, la cui continuazione delle attività viene così seriamente messa a rischio, riportando impatti economici che rischiano di essere definitivi. Inoltre, l’ulteriore permanenza dello stato di chiusura dei saloni per altre 5 settimane, rischierà di alimentare l’abusivismo attraverso servizi prestati a casa dei consumatori, cosa che oggi, con la crisi sanitaria Covid-19, contribuirà ad aumentare ulteriormente il rischio sulla salute dei consumatori e degli stessi acconciatori coinvolti. Siamo quindi a chiedere con forza di riconsiderare la riapertura anticipata entro il mese di maggio dei saloni dei parrucchieri, con protocolli di accesso chiari e più restrittivi per le prime settimane, per i quali abbiamo già dato indicazioni precise da diverse settimane, mentre la nostra Azienda è chiusa e la maggior parte dei nostri dipendenti è in cassa integrazione. Questo al fine di far ripartire le attività, anche se con incassi minimi, rispetto a situazioni di normale affluenza dei clienti. Riteniamo inoltre altrettanto efficace una gestione con tempistiche di apertura differenziate per regione, stante la crisi sanitaria molto diversa tra le regioni Italiane. Ribadiamo con decisione quindi, a nome di Wella e di tutti i parrucchieri italiani, di revisionare le tempistiche comunicate ieri 26 aprile e valide fino al 17 maggio p.v. Utilizzeremo tutti i nostri sforzi per contribuire a sensibilizzare le Istituzioni sulle reali esigenze del nostro settore ed eserciteremo tutte le forme di dialogo che possiamo attuare, per sollecitare le riaperture, su scala nazionale o su scala regionale, nel mese di maggio. Cordialmente Giuseppe Gennero Direttore Generale e Amministratore Delegato Wella Italia... USA- CINA: MENTRE IL VIRUS FA STRAGE TRUMP RILANCIA LA GUERRA DEI DAZIAprile 14, 2020Economia / homeIl virus elettorale contagia Trump Di Piero Orteca, Che c’entra il Coronavirus con la guerra dei dazi doganali e con il progressivo deterioramento delle relazioni sino-americane? Beh, c’entra c’entra. Forse più di quanto si possa pensare a un primo superficiale esame della questione. Se lo chiedono molti dei politologi più scafati, analizzando minuziosamente il modo col quale Trump sta affrontando l’emergenza pandemica. Intanto, sullo sfondo si staglia, è meglio dirlo subito, la vera sfida che agita le notti insonni dell’inquilino della Casa Bianca. E che non è il virus. Ma la battaglia per conquistare il secondo mandato presidenziale, sconfiggendo Joe Biden. Certo, l’asteroide della pandemia sta precipitando sull’America nel momento più delicato per lui: una mossa sbagliata ed è spacciato, elettoralmente parlando. Anche perché, pur potendo usufruire dei migliori laboratori di ricerca del mondo, di un reggimento di Premi Nobel e di una pletora di servizi segreti a cinque stelle, finora il Presidente non ne ha azzeccata una. Un inciampo dietro l’altro Prima ha clamorosamente sottovalutato la minaccia, rassicurando la nazione ed evitando di prendere le dovute misure preventive. Lui pensava di fare campagna elettorale puntando tutto le sue fiches sul tavolo dell’economia. La politica estera era il secondo fronte da curare con grande attenzione, ma certamente il caposaldo della propaganda studiata dal suo team era la buona fase congiunturale vissuta dal sistema-Paese americano. Per questo Trump aveva dichiarato guerra alla Cina. Una guerra, si badi bene, combattuta sul fronte dell’import-export e utilizzando le catene e la mannaia dei dazi doganali, con sapiente dosaggio. Purtroppo per lui, però, questa strategia contro il “pericolo giallo” non solo ha finito per danneggiare i tre quarti del pianeta, ma ha avuto anche un effetto boomerang sullo stesso apparato produttivo americano. Ormai le filiere industriali sono strettamente interconnesse e dover rinunciare a materie prime e semilavorati del colosso asiatico ha creato problemi non indifferenti. Guerre stupide a farsi male Non solo, ma dover puntare solo sui prodotti made in Usa ha danneggiato anche i consumatori, perché l’aumento dei dazi ha comportato un generale incremento dei prezzi di molti beni indispensabili alla grande industria. Si è tentato, è vero, più volte di arrivare a un accordo con Pechino per cercare di ottenere condizioni più vantaggiose che facessero attenuare il rosso vivo della bilancia commerciale degli States. Ma finora, al di là delle dichiarazioni di facciata, è stato tutto inutile. Ora il Coronavirus è arrivato a esasperare ulteriormente gli animi e a drogare la partita. La Cia è scesa in campo per accusare apertamente il governo cinese di avere mentito sulla pandemia e di avere occultato i dati. Insomma, nuvoloni neri come la pece si addensano all’orizzonte, specie considerando il costo economico che la crisi avrà per tutti, ma in maniera rilevante soprattutto per gli Usa. Globalizzazione della catastrofe La globalizzazione della catastrofe bloccherà per lungo tempo gli scambi commerciali sui mercati internazionali, danneggiando soprattutto quei Paesi come gli Stati Uniti capaci di esportare merci ad alto valore aggiunto. L’esigenza, poi, di mettere un argine al dissesto conseguente al dilagare dell’epidemia ha obbligato Trump a investire una massa monetaria ingente (oltre 2 mila miliardi di dollari) per cercare di attenuarne i contraccolpi sociali. Si cerca disperatamente di evitare una crisi di liquidità e di non arrivare al tanto temuto “crash and panicking”, una situazione che potrebbe mettere con le spalle al muro anche il sistema bancario. In questo momento, dunque, la guerra dei dazi doganali passa in secondo piano, anche se rimane una costante della politica estera ed economica trumpiana in vista delle Presidenziali di novembre. D’altro canto, alla Casa Bianca e già suonato l’allarme rosso per un accavallarsi di previsioni statistiche da fare accapponare la pelle. Scenari da Grande Depressione Il Prodotto interno lordo, che l’anno scorso aveva viaggiato intorno al 2,3%, potrebbe precipitare nei primi sei mesi di quest’anno sprofondando sotto terra. Qualcuno ha anche azzardato la comparsa di scenari da Grande depressione. E tutto questo mentre la Cina, tartassata per prima dalla pandemia, potrebbe cadere in piedi, restando con il suo Pil in territorio positivo, intorno al 3%. Un vero miracolo, se si tiene conto della botta subita e delle draconiane misure di contenimento della pandemia subito prese dal governo di Pechino. Misure che hanno inceppato la poderosa macchina produttiva cinese, ma senza fermarla. Diverso il discorso per gli Stati Uniti, In tutto questo bailamme, Trump si muove col sostegno di tutto il Partito repubblicano e cercando anche una sponda negli avversari Democratici. Con l’occhio lungo rivolto ai sondaggi, ha dovuto farsi forza e intervenire pesantemente con gli aiuti finanziari federali, una cosa lontana dalla sua dottrina politica. Certo, un Trump in versione keynesiana è l’ultima cosa che molti si sarebbero aspettati di vedere.... CORONAVIRUS: DE POLI TUTELARE I PICCOLI NEGOZI CONTRO I BIG DEL COMMERCIOAprile 14, 2020Digitale / Economia / homeDi redazione. “Bisogna promuovere a tutti i livelli il negozio di vicinato, le piccole attività commerciali che, più di tutte, soffrono il lockdown. E’ necessario contrastare la concorrenza sleale dei big del commercio on line attraverso un piano choc per le imprese del commercio con misure specifiche in grado di favorire i piccoli negozi e, allo stesso tempo, con una sospensione delle tasse, non per 2 mesi, ma per almeno un anno, con possibilità di rateizzare poi i pagamenti nell’arco di 6-8 anni, e infine, prevedere che i cosiddetti prestiti alle imprese arrivino con velocità, senza burocrazia”. Lo afferma il senatore Udc Antonio De Poli che, commentando i dati diffusi oggi da Confcommercio e dall’Ascom di Padova, aggiunge: “Il crollo dei fatturati delle imprese, nell’arco di un mese, ci preoccupa”. “In provincia di Padova si registrano diminuzioni in tutti i settori: dalla ristorazione all’abbigliamento e al settore alberghiero. Le stime del presidente di Ascom Padova, Patrizio Bertin, parlano di un -15% del Pil al mese a causa dell’emergenza. Purtroppo, il rischio è che, se non ci saranno aiuti diretti e veloci alle imprese, quando il lockdown sarà finito alcune non riapriranno più le saracinesche. La concorrenza del commercio elettronico è spietata: servono misure in grado di riequilibrare una giusta simmetria tra chi fa commercio sulla Rete che non ha subito alcun fermo e chi, al contrario, come i piccoli negozi, stanno patendo la crisi da coronavirus”. Adnkronos... COREA DEL KIM TRA MISSILI E VIRUS NEMICO: SOSPETTI E DIETROLOGIEAprile 3, 2020Economia / homeDi Piero Orteca. Il dittatore nordcoreano da alcune settimane ha dato un inconsueto “via libera” ai suoi mezzi di informazione per parlare di Coronavirus. Com’è la situazione a Pyongyang? E cosa gli avranno spiegato o rivelato i suoi alleati cinesi? Kim spara missili per dire cosa? “Excusatio non petita accusatio manifesta”, dicevano i latini applicando una stringente, ma convincente logica propria della “Teoria dei giochi”. Detto in modo più corto e netto, mettere le mani avanti può essere un segnale che si sta cadendo per le terre. Spieghiamo questo breve incipit: la Corea del Nord ha sparato ieri due missili balistici nel Mar del Giappone. La notizia diramata dal Ministero della Difesa di Seul ha colto di sorpresa molti analisti. Ma come, si sono chiesti in tanti, fare una mossa del genere mentre il mondo è alle prese con altri problemi più importanti come l’epidemia da Coronavirus? Beh, quando si parla di Corea del Nord, gratta gratta sotto la vernice spunta sempre qualche bottarella o, addirittura, qualche scasso mascherato da stucco e pittura. Secondo alcuni strategisti nemmeno tanto fantasiosi, a Kim Jong- Un, rubizzo dittatore nordcoreano, sarebbe saltato il ticchio. Da giorni e giorni, in modo inconsueto, i massa media del regime, che controlla anche virgole e punti e virgola della comunicazione, si ostinano a sparare titoloni sui pericoli rappresentati dal Coronavirus per il paese. Virus senza confini Certo, non occorre essere epidemiologi, ma solo avere qualche nozione di geografia, per capire dove Kim voglia andare a parare. La Corea del Nord è stretta tra la possente Cina e la superindustrializzata Corea del Sud. Guarda caso, i due Paesi dove, all’inizio, l’epidemia da Covid-19 è praticamente dilagata. Ora, occhio, perché a pensare male si fa peccato, ma spesso si azzecca. Dunque, la pandemia è partita dalla Cina e ha raggiunto la Corea del Sud. E la Corea del Nord che sta in mezzo che danni ha avuto? A sentire il regime di Pyongyang nessuno, anche se le foto satellitari e i servizi segreti occidentali dicono il contrario. Certo, per farsi un’idea più chiara di un possibile “teorema del complotto”, bisogna dare alcune informazioni aggiuntive. Pessimo sistema sanitario Secondo la John’s Hopkins University la Corea del Nord ha il peggior sistema sanitario del mondo e in alcuni spedali, in cui mancano acqua corrente e luce, si arriva a operare a via di candele, secchielli e bacinelle. Non proprio il massimo per le terapie da adottare nei confronti di una malattia infettiva. Cerchiamo di essere più chiari: se la Corea del Nord si becca il Coronavirus corre il rischio di implodere come un castello di carte. Sarebbe un piano diabolico, ma efficace per abbattere un nemico pericolosissimo con cui non si sa come trattare. Se poi, a chi può avere avuto un’idea così demenziale, il bandolo della matassa è scappato di mano, allora la tragedia si trasforma in catastrofe globale. Casa sa o cosa vogliono che creda? Insomma, cosa sa Kim del Coronavirus? O meglio, che cosa gli hanno detto i servizi segreti dei suoi ”patrons” cinesi? Molte domande. Anzi, molte pulci nell’orecchio, per cominciare a capire da dove arrivi la presunta invincibilità di un virus che batte tutti i record di contagio. Più nota e più smentita tra tutte, la teoria di un virus studiato in un laboratorio di bioingegneria. E non certo per guarire le persone, ma per uccidere e possibilmente fare collassare alcuni sistemi-Paese non proprio graditi. Stati canaglia come la Corea del Nord o, come per esempio l’Iran di cui tutti gli analisti non sanno spiegarsi l’esplosione dei contagi. Virus killer senza padre? Nella Prima guerra mondiale, quando si usavano i gas bisognava stare attenti, perché le mutate condizioni climatiche e un giro di vento potevano ributtare iprite e fosgene sulle stesse trincee da dove i veleni erano partiti. Fantapolitica? Spectre? Roba da confinare solo nei romanzi di James Bond? Non lo sappiamo, ma esistono carte e documenti, poi fatti sparire (National Intelligence Estimate) che i servizi segreti americani avevano messo sul tavolo del Presidente degli Stati Uniti almeno due anni fa. Farsi delle domande in questa fase può anche essere ozioso, vista l’emergenza che dobbiamo affrontare. Ma state pur certi che se questo maledetto microrganismo è scappato (o è stato fatto scappare) da qualche laboratorio segreto, prima o dopo lo scopriremo.... DEVA CONNECTION LANCIA IL SUO CROWDFUNDING IN FAVORE DELLA PROTEZIONE CIVILEAprile 1, 2020costume e società / Economia / homeDi redazione. Deva Connection, media agency leader nell’information technology e nell’editoria web, da sempre sensibile a tematiche sociali e fermamente convinta che l’innovazione digitale debba essere messa al servizio anche del benessere globale, lancia in questi giorni la campagna di crowdfunding #facciamoladifferenza su tutti i siti del suo network, a supporto della lotta contro il Covid-19. Forte dei suoi 10.000.000 di utenti unici mese, Deva Connection coinvolge tutti i suoi siti attivando una campagna di raccolta fondi in favore della Protezione Civile, che servirà a sostenere i costi per il soccorso e l’assistenza sanitaria della popolazione colpita dal contagio. “Il concept è sviluppato attorno all’idea di tornare a vivere la nostra quotidianità insieme, grazie al contributo di ogni singolo utente”, spiega Francesca Benni, Digital Strategist. La campagna, multisoggetto, è declinata su tutti i siti di proprietà di Deva Connection e adegua l’aspetto grafico e visivo al portale di riferimento. “Per il nostro paese, questo è un momento di inaudita tensione, sia sociale che emotiva, che probabilmente ci porterà a modificare stili di vita e rapporti lavorativi. Io e la mia azienda sentiamo l’onere e l’onore di dare un contributo reale attraverso quello che sappiamo fare meglio, l’innovazione tecnologica. È per questo che sono così orgoglioso di aver avviato questa campagna di raccolta fondi per la Protezione Civile”, dichiara Valerio Stavolo, founder e CEO di Deva Connection, che aggiunge: “Qualsiasi donazione può fare la differenza”. La raccolta fondi in favore della Protezione Civile non è l’unica iniziativa messa in atto: Deva Connection ha infatti deciso di sostenere come Charity Supporter anche l’evento online Start The Future, che si propone per la prima volta di sfruttare la cooperazione digitale internazionale per rispondere in modo strategico alle sfide attuali e future e si è attivata concretamente anche in altre iniziative private di supporto. In quest’ottica, negli obiettivi prossimi futuri di Deva Connection, la creazione di una Fondazione che possa dare voce e possibilità a tutte le sfide umanitarie e tecnologiche che il pianeta ci metterà di fronte. La piattaforma di equity crowdfunding scelta per l’operazione è gofundme.... DE POLI PRESENTATO UN PACCHETTO DI EMENDAMENTI PER MIGLIORARE IL DECRETO CURA -ITALIAMarzo 30, 2020Economia / homeDi redazione. L’emergenza Covid – 19 chiama tutti a dare il proprio contributo. la democrazia non può andare in quarantena! A dichiararlo il Senatore Questore Antonio De Poli. La settimana che si apre è fondamentale per l’esame del Decreto Cura-Italia. Come opposizione di centrodestra, abbiamo presentato un pacchetto di EMENDAMENTI con l’OBIETTIVO DI MIGLIORARE IL DECRETO. C’è una politica assistenzialista e una che guarda alla crescita e al futuro. In Veneto cittadini e imprese non chiedono aiuti o bonus fine a se stessi ma un Piano di interventi strategici per risollevare l’economia e consentire alle imprese di non chiudere. Questa è l’unica via perché le risorse sono poche e vanno usate con un minimo di visione e di STRATEGIA.In Senato, al decreto Cura-Italia, ho presentato una serie di emendamenti, unitamente a quelli che ho presentato insieme al gruppo parlamentare. Qui anticipo i contenuti di alcuni degli emendamenti presentati: 1. STANZIAMENTO DI 20 MLN DI EURO PER LA CAMERA DI COMMERCIO DI PADOVA con l’obiettivo promuovere il territorio e rilanciare il sistema produttivo della provincia di Padova nei prossimi due anni; 2. FONDO STRAORDINARIO DI 27 MLN DI EURO da destinare alle Camere di commercio; 3. SOSPENSIONE DI TRIBUTI E CONTRIBUTI PER TUTTO IL 2020 e non solo per 1-2 mesi; 4. PROROGA DELLE SCADENZE PER I VERSAMENTI dovuti; 5. SOSPENSIONE DEI PAGAMENTI DELLE UTENZE a favore di cittadini e imprese; 6. ISTITUZIONE FONDO DI EMERGENZA PER IL TURISMO DI 10 MLN; 7.estendere anche a LIBERI PROFESSIONISTI (es. ingegneri, architetti, commercialisti) non iscritti alla gestione separata INPS L’INDENNITÀ PREVISTA PER I LAVORATORI AUTONOMI; 8. Una serie di MISURE PER IL COMPARTO AGRICOLO (innalzamento a 1000 euro il contributo in favore dei lavoratori agricoli danneggiati); 9. Una serie DI MISURE PER IL COMPARTO TERMALE (es. innalzamento a 1000 euro il contributo in favore dei lavoratori stagionali del turismo e un Fondo di 21 mln di euro per il triennio 2020-2022 per la revisione delle tariffe del Servizio sanitario nazionale); 10. Misure specifiche a sostegno delle SCUOLE PARITARIE (es. contributo una tantum di 270 mln di euro e Cig in deroga per il personale degli istituti); 11. Misure a sostegno di EMITTENTI TV RADIO locali. Serve un intervento a 360 gradi che sostenga anche le piccole medie imprese e artigiane. La nostra regione ha bisogno di un Piano shock per far ripartire l’economia e ridare fiducia a tutto il sistema.L’Europa non può restare a guardare alla finestra: è tempo di unire le forze, al di là dei colori politici per il Veneto e per tutta l’Italia!... DE POLI SERVE UNA TERAPIA INTENSIVA ECONOMICAMarzo 24, 2020EconomiaDi redazione. Serve terapia intensiva economia “Per autonomi risorse insufficienti” .O il Governo aumenta gli stanziamenti previsti per i lavoratori autonomi, o molti di questi rimarranno privi di alcun sostegno. Il Decreto Cura Italia va corretto, a partire non solo dall’aumento dei fondi previsti, ma anche estendendo il bonus a tutto il periodo dell’emergenza e anche alle categorie oggi escluse”. Ad affermarlo è il senatore Udc Antonio De Poli. Riferendosi al dossier dei tecnici del Senato che giudicano ‘sottostimata’ la platea dei beneficiari, De Poli sostiene che “il dossier ci dimostra che questo decreto è insufficiente. L’Italia imiti il modello adottato in Germania: più tutele per lavoratori autonomi. La nostra economia necessita di un intervento di ‘terapia intensiva’ a 360 gradi: è il momento di agire subito. Sono cinque – conclude – le richieste al Governo: più fondi per ammortizzatori sociali, più tutele per autonomi, indennizzi alle imprese, sospensione delle tasse nel 2020 e incentivo-premio per i sanitari in prima linea”. (askanews)... DECRETO“CURA ITALIA”, COME SORREGGERE MADE IN ITALYMarzo 22, 2020Agroalimentare / Economia / home / UncategorizedDi redazione. Siamo Impresa Agricoltura, Federterziario Agricoltura e ConfUNISCO, organizzazioni che tutelano i produttori e le pmi del comparto agricolo, illustrano le ultime azioni messe in campo per tutelare l’intera filiera agricola ed i lavoratori in essa impiegati, in questo particolare momento economico determinato dall’emergenza sanitaria Covid-19. Lo scopo è altresì quello di spronare il Governo a rivedere il decreto ‘Cura Italia’ al fine di renderlo maggiormente calzante alle richieste di un settore, quello agroalimentare, che nonostante tutto cerca di non soccombere. Domenico Cosentino, Presidente Nazionale di Siamo Impresa Agricoltura, spiega: «Ci siamo fatti portavoce dei lavoratori e delle imprese, a partire dalle varie istanze che in questo periodo d’emergenza ci sono state presentate, ed abbiamo sottoposto all’attenzione del governo una serie di misure ad hoc che auspichiamo divengano integrazioni al decreto ‘Cura Italia’. Decreto che rappresenta, certamente, un primo valido aiuto verso il comparto agroalimentare, ma le misure in esso contenute non possono essere considerate sufficienti ad affrontare un danno di tale portata per il nostro settore, dunque il decreto non può essere considerato esaustivo delle problematiche che sta evidenziando l’intera filiera agricola. Nelle nostre richieste condivise ed unitarie esposte in data 19 marzo al Governo – sottolinea Cosentino – abbiamo, ad esempio fatto notare la necessità di posticipare il pagamento dei contributi previdenziali al 30 settembre giacché, è evidente, che l’emergenza ha ridotto drasticamente l’attività e i conseguenti guadagni, ed il rinvio delle scadenze delle domande PAC ha posto le aziende in una seria difficoltà economica. Abbiamo altresì chiesto all’esecutivo di inserire da subito una misura straordinaria ed incentivante per le imprese, pensiamo a sgravi contributivi finalizzati all’assunzione di manodopera avventizia, vista le difficoltà per le aziende di trovare personale senza la cui manodopera verrebbe compromessa seriamente la produzione. Chiaro che, – chiosa il Presidente Cosentino chiudendo il suo lungo intervento – Gli operai dovranno poter lavorare in assoluta sicurezza e per garantirla, data la tipicità del settore, è necessario predisporre un piano di sorveglianza specifico e condiviso. In questo momento di smarrimento economico e sanitario risulta, infine, di particolare importanza difendere e sostenere le eccellenze dell’agroalimentare italiano, il nostro Made in Italy. Sebbene il Governo abbia, dalla sua, provato a dare i primi segnali in tal senso, è doveroso investire ulteriormente anche nell’alfabetizzazione dei singoli, attraverso la comunicazione, oggi più che mai le nostre aziende hanno bisogno di sentire il popolo italiano unito in questa emergenza, oggi più che mai, dunque, è necessario che tutti comprino prodotti italiani e mangino italiano» Per Giovanni Magliocchi, Presidente FederTerziario Agricoltura «Il decreto legge ‘Cura Italia’ è certamente un primo passo per dare risposte ad imprese e cittadini in questo grave momento di crisi e smarrimento, tuttavia le misure varate per il comparto agricolo necessitano di maggiori sforzi sul piano attuativo e di una dimensione di insieme giacché nonostante lo stato di eccezionalità che stiamo vivendo i nostri agricoltori, in perfetta sicurezza, continuano ad operare tra mille difficoltà per assicurare continuità di produzione e di distribuzione fino al dettaglio. Stiamo parlando – precisa ancora Magliocchi – di un esercito di più di tre milioni di persone che, nonostante tutto, non si stanno fermando. Per quanto concerne il posticipo a giugno delle scadenze fiscali e contributive – continua Magliocchi – servirebbe un rinvio almeno fino a settembre». Poi aggiunge per quanto concerne la PAC e i pagamenti diretti «Posticipare il termine della presentazione della domanda unica al 15 giugno deve necessariamente essere coordinato con il requisito oggettivo a fascicolo aziendale e con il rilascio della domanda di anticipo alla medesima data, sottolineando inoltre come sia necessaria «una successiva stringente lavorazione delle istruttorie in modo da far confluire agli agricoltori i pagamenti diretti, il cui anticipo è stato elevato al 70%, entro Settembre, altrimenti i buoni propositi del Decreto sul punto rimarranno nella sostanza disattesi». Non da ultimo tiene a sottolineare Magliocchi «in questo contesto il comparto agricolo e agroalimentare con le sue filiere di qualità è chiamato a sostenere la situazione di emergenza, dove a rischiare maggiormente sono le imprese meno strutturate, specie in Calabria e nel Mezzogiorno. Una realtà che in questi territori rappresenta eccellenze produttive del made in Italy, Olivicoltura in primis che solo nell’ultimo anno, nella sola Calabria ha visto un incremento dei marchi IG del 108,2% con un valore di 1,6 min di euro (dati Rapporto Qualifica 2019). Motivo per cui chiediamo che le risorse previste per la promozione del made in Italy tengano conto del tessuto delle aziende dei nostri territori: promuovere il prodotto non può prescindere dalla necessità di creare soluzioni che incentivino produttori e aziende olivicole ad aggregarsi e realizzare massa critica. Stimolare l’aggregazione deve necessariamente tradursi, per il comparto olivicolo nella previsione di sistemi che facilitino la liquidità e le garanzie nelle operazioni di conferimento, stoccaggio e monitoraggio dei prezzi, attraverso un potenziamento in tal senso delle O.P. Olivicole». Infine, in accordo con Cosentino, Magliocchi afferma: «Occorre un piano straordinario di sgravi contributivi che copra un arco temporale almeno fino a settembre, affinché si possa scongiurare il collasso del comparto». Aggiunge le sue considerazioni Giovanni Cafaro, Presidente di ConfUNISCO, che tiene a sottolineare come questa emergenza sanitaria inattesa stia mettendo a dura prova la filiera agricola, nello specifico: «Il comparto agroalimentare sta affrontando un forte contraccolpo proprio nel momento clou della produzione, vista l’Emergenza verificatasi nel periodo di inizio stagione. Questo difficile momento impone a noi Associazione ConfUNISCO e a tutti non solo di lavorare per assicurare la sicurezza dei cittadini, ma di individuare insieme tutte le soluzioni idonee per far ripartire i settori più colpiti. ConfUNISCO suggerisce e propone a vantaggio delle imprese agricole di riconoscere un credito d’imposta pari al 50% degli acquisti di materie prime già avvenuti durante il periodo d‘emergenza, vista la difficoltà di inserimento sul mercato dei propri prodotti e quindi la mancata capitalizzazione degli investimenti già assunti». «Solo così – conclude Cafaro – sarà possibile offrire un supporto non solo economico, ma anche psicologico a quanti stanno provando in ogni modo, nonostante lo scoramento iniziale, a proseguire determinati e fiduciosi nelle proprie attività». Infine asserisce Anita Mattei , responsabile per il Lazio di Siamo Impresa Agricoltura e imprenditrice agricola: «Il settore agricolo, ancora di più in questi tempi di emergenza, riveste un carattere primario-prioritario, poiché fornisce beni di prima necessità. Ci auguriamo perciò, come SIAMO IMPRESA AGRICOLTURA, che questo settore continui ad essere tutelato, ora più che mai, non solo nell’ambito dei trasporti e delle coltivazioni, ma auspichiamo un aiuto nel complesso percorso burocratico, così da rendere domande ed eventuali contributi accessibili a tutti gli agricoltori in tempi ridotti. Ormai ogni azienda agricola è dotata di computer e con lo smart working qualsiasi ostacolo può essere superato, anche ‘da casa’, ma ci vuole la volontà di superarlo». E conclude lanciando un messaggio di fiducia e ripresa: «Nonostante il diffondersi del virus SARS-CoV-2, le stagioni cambiano, i frutti maturano, le piante devono essere concimate, gli animali devono essere accuditi; perciò, nell’ambito della massima sicurezza e secondo le norme vigenti di igiene, chiediamo di poter continuare il nostro lavoro da casa e sul campo, per assicurare un futuro all’Italia almeno a tavola!!» Così, sentenzia ottimista «Noi agricoltori siamo pronti per questa nuova sfida». Confidiamo, dicono all’unisono, che anche il Governo voglia accompagnarci in questa nuova sfida supportandoci e consentendoci di continuare ad essere l’eccellenza del Made in Italy nonostante il delicato momento sanitario, questo ci permetterebbe di rinascere, a emergenza finita, più forti e fieri di prima.... DE POLI RILANCIAMO IL MADE IN ITALYMarzo 8, 2020Agroalimentare / Economia / homeDi redazione, Una campagna ‘Italia sicura’ per ristabilire un’immagine positiva del nostro Paese a livello sia nazionale ma soprattutto internazionale e misure di sostegno straordinarie a quei comparti come il manifatturiero e, in modo particolare, il tessile che, fra l’altro, sono strettamente connessi al mercato della Cina”. A chiederlo al Governo e’ il senatore UDC Antonio De Poli che, accogliendo l’SOS lanciato ieri dal presidente di Confartigianato Veneto Agostino Bonomo, interviene sull’impatto economico del coronavirus. “L’emergenza economica del coronavirus- sostiene De Poli- va affrontata guardando con attenzione alla percezione di cio’ che sta accadendo qui da parte dei nostri partner internazionali. Dobbiamo difendere il made in Italy e tutta la filiera produttiva, a partire dal turismo (in Veneto e Lombardia si concentrano il 40% delle esportazioni straniere) ma anche con una particolare attenzione al mondo delle imprese e dell’artigianato. La mancanza delle materie prime nei settori del tessile, della meccanica e del manifatturiero in generale, sta mettendo in difficolta’ questi comparti. Bisogna creare un sistema di salvataggio perche’ per il mondo della moda che, lo scorso anno, ha esportato prodotti pari 10 miliardi, oggi, oltre agli acquirenti mancano anche i fornitori dalla Cina. Al Governo chiediamo risposte adeguate per sostenere i comparti produttivi che da qui a fine anno rischiano di vedere i propri fatturati ridursi pesantemente”, continua De Poli che, ieri, a Palazzo Madama, ha presentato un’interrogazione parlamentare indirizzata al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte in cui si chiede al Governo, oltre che di estendere le agevolazioni fiscali previste al di la’ delle zone rosse, almeno a livello delle aree provinciali nelle regioni coinvolte, di ‘adottare misure di sostegno straordinarie alle imprese e al reddito dei lavoratori come un Fondo straordinario per gli ammortizzatori sociali'”, conclude.... CORONAVIRUS: “CONFINATI”PRODOTTI MADE IN ITALYMarzo 8, 2020Agroalimentare / Economia / homeDi redazione. Coronavirus. ”I territori delimitati dal nuovo decreto interessano la food valley italiana, che garantisce l’approvvigionamento sui mercati nazionali ed esteri con la produzione di circa 1/3 del Made in Italy agroalimentare”. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti, secondo cui nelle zone interessate ”si concentra il maggior valore della produzione nazionale alimentare di qualità (Dop/Igp)”. ”Per assicurare le necessarie forniture alimentari al Paese è importante che siano state recepite nel decreto le nostre sollecitazioni al ministro delle Politiche agricole, Teresa Bellanova”, afferma il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, in una nota. In particolare Coldiretti chiede di ”dare continuità alle attività produttive nelle campagne dove vanno seguiti i cicli stagionali, dalla semina alla raccolta e garantita la cura delle piante e l’assistenza e l’alimentazione degli animali allevati nelle stalle, ma anche i mercati di vendita diretta, la trasformazione industriale e le consegne per la distribuzione commerciale”. Il presidente assicura la ”piena disponibilità a collaborare con le autorità regionali e di governo, per non compromettere la mobilità di merci e persone necessarie all’attività produttiva, nel rispetto delle norme di sicurezza”. (AdnKronos)... SCOPERTA DA GDF A TORINO FRODE DA 5 MLNFebbraio 12, 2020Economia / homeDi redazione. Le etichette indicavano pura lana vergine, ma della pregiata fibra non c’era traccia, i tessuti erano composti interamente da poliestere e poliammide.Per questo la Guardia di Finanza di Torino ha sequestrato nei giorni scorsi oltre 25.000 capi d’abbigliamento confezionati con filato acrilico e falsamente etichettati come filati di pregio denunciando due imprenditori di origine cinese per reati contro l’industria e il commercio. I militari, insospettiti dai prezzi troppo convenienti di alcuni capi di abbigliamento di pregio in vendita in un negozio del capoluogo piemontese e distribuiti da alcuni grossisti del milanese, hanno avviato le indagini che hanno confermato i sospetti svelando la reale composizione dei tessuti spacciati per lana. Gli accertamenti , coordinati dalla Procura hanno portato i finanzieri torinesi sino a Prato, dove sono stati individuati gli importatori della falsa merce e dove gli inquirenti hanno perquisito depositi in cui venivano occultati i falsi capi di abbigliamento. Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati maglioni, sciarpe e berretti con false indicazioni merceologiche, 200.000 etichette e imballi già pronti per essere immessi sul mercato illegale. falsa lana per una frode che si aggirava intorno ai 5 milioni di euro. Sotto sequestro anche macchine per cucire, etichettatrici, imbustatrici, stiratrici. Sono ora in corso ulteriori accertamenti su origine e provenienza di decine di migliaia di ‘pashmine’in seta, il cui tessuto importato dalla Cina, senza subire radicali trasformazioni, tranne una semplice stampa colorata, una volta confezionato è stato imballato con indicazioni ‘Made in Italy’. La merce sequestrata sara’ devoluta ad enti caritatevoli per la consegna a persona bisognose. (AdnKronos)... PIU DEL DENARO. IL BILANCIO A LUNGO TERMINE è IL FUTURO DELL’EUROPAFebbraio 12, 2020Economia / Europa Press / homeIl Parlamento darà il suo consenso solo a un bilancio di lungo termine che soddisfi le ambizioni dell’Unione Europea, poiché parlare di bilancio significa parlare del futuro dell’UE. Di redazione Cosi ha affermato la maggioranza dei deputati, durante il dibattito di mercoledì mattina sul finanziamento dell’UE per il 2021-2027 con Nikolina Brnjac, Segretario di Stato croato per gli Affari Esteri ed Europei, in rappresentanza del Consiglio, e la Presidente della Commissione Ursula von der Leyen. Il dibattito precede il Consiglio europeo speciale UE del 20 febbraio, in cui gli Stati membri cercheranno di concordare una posizione comune appunto sul prossimo quadro finanziario pluriennale (QFP). La maggior parte dei deputati ha insistito sul fatto che un finanziamento sufficiente è fondamentale per realizzare le ambizioni comuni, come la lotta al cambiamento climatico, la trasformazione digitale ed ecologica, e affrontare le conseguenze sociali di quest’ultima, e continuare a sostenere le regioni, le città, gli agricoltori, i giovani, i ricercatori e gli imprenditori. Attuare il Green Deal con un budget ridotto, ad esempio, significherebbe tagliare i fondi ad altri programmi UE di successo. Alcuni deputati hanno poi affermato che alcune politiche dell’UE devono essere valutate in modo più approfondito, e che è necessaria una maggiore disciplina di spesa. Infine, l’introduzione di nuove entrate (“Risorse proprie”) per l’UE e il collegamento del bilancio dell’UE al rispetto dello stato di diritto nei singoli paesi sono altri temi fondamentali sollevati durante il dibattito. Cliccare sui nomi per visualizzare le dichiarazioni individuali David Sassoli, Presidente del Parlamento europeo Nikolina Brnjac, per la Presidenza croata Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea Manfred Weber (PPE, DE) Iratxe García Pérez (S&D, ES) Dacian Cioloş (Renew, RO) Marco Zanni (ID, IT) Philippe Lamberts (Verdi/ALE, BE) Raffaele Fitto (ECR, IT) Dimitrios Papadimoulis (GUE/NGL, EL) Johannes Hahn, Commissario europeo per il bilancio e l’amministrazione Nikolina Brnjac, per la Presidenza croata Tutto il dibattito...