Sono 15 i Paesi prioritari del nuovo piano per il made in Italy, dagli Usa alla Corea del Sud. Moda e tessile e i comparti hi-tech sono i settori che riceveranno più risorse. Michele Geraci, sottosegretario in quota Lega del ministero dello Sviluppo economico, al Sole 24 Ore anticipa i nuovi dettagli del programma promozionale che conta complessivamente 183,5 milioni di cui 140 di risorse straordinarie ed il resto di stanziamento ordinario. In totale 7,9 milioni in più rispetto al 2018. Il made in Italy, e il rilancio dell’export in chiave anti-recessione, è diventato un tema chiave negli equilibri politici, anche in vista del voto europeo, con M5S e Lega che sembrano sfidarsi per issarne la bandiera. Ma bisogna fare estremamente presto. Spiega Geraci: “Sulle linee guida del piano, contenute nel decreto interministeriale alla firma della Corte dei Conti (si veda Il Sole 24 Ore del 21 febbraio), si innesta il riparto delle risorse che abbiamo calibrato su nuove priorità. I Paesi “core” sono i cosiddetti mercati tradizionali, più maturi, dove dobbiamo consolidare le esportazioni, come Usa, Francia, Germania e Uk (e altri Paesi europei) e dove i tassi di crescita saranno interessanti, ma pur sempre a cifre singole; dall’ altra parte ci sono i Paesi satellite, dalle grandissime potenzialità di crescita, come India, Cina, Giappone, Corea del Sud, Vietnam, Indonesia e anche Birmania». Per gli Usa il budget promozionale, rispetto al 2018, sale da 21 a 26 milioni, per la Cina da 11 a circa 17, per il Giappone da 6,5 a oltre 9, per la Russia da 3,5 a quasi 9, per il Regno Unito (anche in vista della Brexit) da 3 a 5, per la Corea del Sud da 0,8 a 2,4. Sale notevolmente l’ India (da 0,7 a oltre 3): «Qui c’ è una dissonanza – dice Geraci -: da un lato c’ è un Paese, l’ India, che chiede forniture italiane, anche di medio livello e non di lusso, dall’ altro, le nostre aziende che si mostrano caute ad investire in questo grande mercato. Comprensibile prudenza, per risolvere la quale abbiamo dedicato una serie di incontri della task force libero scambio per spiegare bene i vantaggi, ma anche le complessità, di quel mercato, per il quale stiamo adottando analisi di opportunità mirate a ognuno dei 29 Stati”. (BIG ITALY / Sis)