Di redazione. Il primo rapporto Istat sulle persone con disabilità è stato presentato questa mattina a Roma: sono circa 1,5 milioni gli ultra 75enni in condizione di disabilità, quasi 1 milione sono donne. In occasione della Giornata internazionale dedicata alle persone con disabilita’, i dati presentati questa mattina nel rapporto Istat, assumono un peso ancora piu’ importante: duecento mila persone con disabilita’ sono completamente da soli e seicento mila di loro non hanno una rete sociale su cui contare. All’evento organizzato da Istat, dal Comitato italiano para olimpico e Inail hanno partecipato tra gli altri: il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e il Questore del Senato, Antonio De Poli. Dal rapporto emerge che esiste un problema non solo di assistenza, ma anche di interventi per l’integrazione e la realizzazione delle persone con disabilità. A dichiararlo il Presidente Mattarella in occasione della presentazione del rapporto “conoscere il mondo della disabilità”. “L’Inclusione sociale – ha dichiarato il Senatore Questore De Poli – vuol dire prima di tutto inclusione scolastica, inserimento nel mondo del lavoro, favorire la mobilita’ e rimuovere tutte quelle ‘barriere’, sia fisiche che culturali, che impediscono a ciascuna persona di esprimere al meglio le proprie potenzialita’. Penso, ad esempio, alle grandi imprese di Bebe Vio. La campionessa para olimpica, ritratta in una versione della Barbie, come modello per tutte le bambine e’ la dimostrazione che un successo sportivo puo’ anche diventare un esempio per tutti noi”.
L’occupazione delle persone con disabilità
Solo il 31,3% di coloro che soffrono di gravi limitazioni è occupato. Il rapporto evidenzia che sono in prevalenza occupate nel settore della Pubblica Amministrazione: il 49,7% rispetto al 41,3% di quella senza limitazioni.
Il messaggio del Papa
“Occorre sviluppare gli anticorpi contro una cultura che considera alcune vite di serie A e altre di serie B: questo è un peccato sociale! Avere il coraggio di dare voce a quanti sono discriminati per la condizione di disabilità, perché purtroppo in alcune Nazioni, ancora oggi, si stenta a riconoscerli come persone di pari dignità, come fratelli e sorelle in umanità”