Di Redazione. La Terra dei Fuochi una “storia presente” per non dimenticare la tutela del nostro patrimonio. Enrica Ferrazza la capo fuoco della Branca R/S del gruppo scout Agesci Roma 108, ha organizzato nei locali della parrocchia Immacolata e San Vincenzo De Paoli l’incontro con l’ispettore Alessandro Magno, erede della testimonianza investigativa di Roberto Mancini. L’iniziativa rientra nell’ambito del capitolo “Uomo, donna e ambiente, non restiamo a guardare”, che ha coinvolto il clan/fuoco e noviziato (Branca R/S), formato da ragazzi (17 e i 21 anni), che abitano in un quartiere di periferia Tor Sapienza. L’iniziativa come ha spiegato Enrica Ferrazza è stata progetta seguendo una serie di step che sono stati sviluppati secondo la metodologia: vedere-giudicare- agire. “L’obiettivo – ha dichiarato Ferrazza – è accrescere il senso civico nelle nuove generazioni con il fine di maturare una coscienza critica, per effettuare scelte libere nell’assunzioni di responsabilità concrete”. Uno dei temi scelti è proprio la promozione della sostenibilità ambientale. Portando la conoscenza della realtà campana dimenticata e trascurata, potranno essere sensibilizzati i giovani sul risanamento e l’importanza della tutela ambientale”. Proprio in quest’ambito è stato organizzato l’incontro con il poliziotto Assistente Capo Coordinatore Alessandro Magno, suo stretto collaboratore che ha ricordato la figura dell’investigatore, che ha condotto l’indagine di mafia sulla terra dei fuochi. Roberto Mancini morì di tumore il 30 aprile 2014, dopo aver indagato per anni sui traffici illeciti dei rifiuti, che hanno avvelenato la terra campana, che va dal Garigliano al Vesuvio. Un uomo che ha sacrificato la sua vita per la giustizia e amore della verità. Mancini ha infatti contratto la malattia durante le indagini, per la lunga esposizione nei siti inquinati. Insieme alla sua squadra, porto’ avanti il suo lavoro sperando in un paese migliore, combattendo con ogni mezzo le barbarie della Camorra e di ogni criminalità. La sua storia, il suo significato ed il suo valore sono oggi custoditi nella memoria di un poliziotto, ed anche un uomo, dai grandi ideali, che ha fatto del suo mestiere la sua ragione di vita. Magno, che vive con onore e senso di appartenenza alla Nazione, ha voluto ricordare il collega e le indagini sull’Ecomafia Italiana. “Dobbiamo ricordare che – ha dichiarato il dott.re Alessandro Magno – La Terra non è un’eredità ricevuta dai nostri Padri, ma un prestito da restituire ai nostri figli. Siamo noi che apparteniamo alla terra e non viceversa. Noi e la terra siamo interdipendenti. La storia di Roberto Mancini deve essere un esempio per i giovani. A voi, nuove generazioni, che dire? Non dimenticate la storia, camminate tutti sulle vostre gambe. Uniti nel nome della legalità, nel rispetto delle regole e nella tutela del bene comune, possiamo contribuire a costruire insieme un’pezzetto dell’ Italia di domani”