Di Piero Orteca. Il dittatore nordcoreano da alcune settimane ha dato un inconsueto “via libera” ai suoi mezzi di informazione per parlare di Coronavirus. Com’è la situazione a Pyongyang? E cosa gli avranno spiegato o rivelato i suoi alleati cinesi?
Kim spara missili per dire cosa?
“Excusatio non petita accusatio manifesta”, dicevano i latini applicando una stringente, ma convincente logica propria della “Teoria dei giochi”. Detto in modo più corto e netto, mettere le mani avanti può essere un segnale che si sta cadendo per le terre. Spieghiamo questo breve incipit: la Corea del Nord ha sparato ieri due missili balistici nel Mar del Giappone. La notizia diramata dal Ministero della Difesa di Seul ha colto di sorpresa molti analisti. Ma come, si sono chiesti in tanti, fare una mossa del genere mentre il mondo è alle prese con altri problemi più importanti come l’epidemia da Coronavirus? Beh, quando si parla di Corea del Nord, gratta gratta sotto la vernice spunta sempre qualche bottarella o, addirittura, qualche scasso mascherato da stucco e pittura. Secondo alcuni strategisti nemmeno tanto fantasiosi, a Kim Jong- Un, rubizzo dittatore nordcoreano, sarebbe saltato il ticchio. Da giorni e giorni, in modo inconsueto, i massa media del regime, che controlla anche virgole e punti e virgola della comunicazione, si ostinano a sparare titoloni sui pericoli rappresentati dal Coronavirus per il paese.
Virus senza confini
Certo, non occorre essere epidemiologi, ma solo avere qualche nozione di geografia, per capire dove Kim voglia andare a parare. La Corea del Nord è stretta tra la possente Cina e la superindustrializzata Corea del Sud. Guarda caso, i due Paesi dove, all’inizio, l’epidemia da Covid-19 è praticamente dilagata. Ora, occhio, perché a pensare male si fa peccato, ma spesso si azzecca. Dunque, la pandemia è partita dalla Cina e ha raggiunto la Corea del Sud. E la Corea del Nord che sta in mezzo che danni ha avuto? A sentire il regime di Pyongyang nessuno, anche se le foto satellitari e i servizi segreti occidentali dicono il contrario. Certo, per farsi un’idea più chiara di un possibile “teorema del complotto”, bisogna dare alcune informazioni aggiuntive.
Pessimo sistema sanitario
Secondo la John’s Hopkins University la Corea del Nord ha il peggior sistema sanitario del mondo e in alcuni spedali, in cui mancano acqua corrente e luce, si arriva a operare a via di candele, secchielli e bacinelle. Non proprio il massimo per le terapie da adottare nei confronti di una malattia infettiva. Cerchiamo di essere più chiari: se la Corea del Nord si becca il Coronavirus corre il rischio di implodere come un castello di carte. Sarebbe un piano diabolico, ma efficace per abbattere un nemico pericolosissimo con cui non si sa come trattare. Se poi, a chi può avere avuto un’idea così demenziale, il bandolo della matassa è scappato di mano, allora la tragedia si trasforma in catastrofe globale.
Casa sa o cosa vogliono che creda?
Insomma, cosa sa Kim del Coronavirus? O meglio, che cosa gli hanno detto i servizi segreti dei suoi ”patrons” cinesi? Molte domande. Anzi, molte pulci nell’orecchio, per cominciare a capire da dove arrivi la presunta invincibilità di un virus che batte tutti i record di contagio. Più nota e più smentita tra tutte, la teoria di un virus studiato in un laboratorio di bioingegneria. E non certo per guarire le persone, ma per uccidere e possibilmente fare collassare alcuni sistemi-Paese non proprio graditi. Stati canaglia come la Corea del Nord o, come per esempio l’Iran di cui tutti gli analisti non sanno spiegarsi l’esplosione dei contagi.
Virus killer senza padre?
Nella Prima guerra mondiale, quando si usavano i gas bisognava stare attenti, perché le mutate condizioni climatiche e un giro di vento potevano ributtare iprite e fosgene sulle stesse trincee da dove i veleni erano partiti. Fantapolitica? Spectre? Roba da confinare solo nei romanzi di James Bond? Non lo sappiamo, ma esistono carte e documenti, poi fatti sparire (National Intelligence Estimate) che i servizi segreti americani avevano messo sul tavolo del Presidente degli Stati Uniti almeno due anni fa. Farsi delle domande in questa fase può anche essere ozioso, vista l’emergenza che dobbiamo affrontare. Ma state pur certi che se questo maledetto microrganismo è scappato (o è stato fatto scappare) da qualche laboratorio segreto, prima o dopo lo scopriremo.