Di Roberta Bascetta. Un miracolo in piena pandemia. Si chiama Riccardo Tassi, imprenditore illuminato di Forlì, che nel 2014 ha riportato in Italia lo storico marchio Olidata, fondato nel 1982. Ha salvato un’azienda, perfezionando una manovra di ristrutturazione unica per una società quotata. Ha condotto 207 accordi stragiudiziali e mantenuto tutto il personale. Un vero e proprio caso studio. Oggi, nel suo piano di risanamento, con tenacia, si pone un altro obiettivo: creare una rete di eccellenza tutta italiana, sviluppando un nuovo modello operativo, capace di coniugare i punti di forza delle società partecipate del gruppo Olidata. Dal big data, alla difesa, alla cyber sicurezza. Il suo fine è investire in tecnologia e ricerca quale soluzione più strategica per assicurare opportunità di sviluppo per il rilancio in sicurezza del Paese e della sua ristrutturazione economica. La sua è una storia di eccellenza tra passato, presente e futuro. Ha restituito ad un glorioso passato, la possibilità di riscrivere il futuro della rivoluzione digitale, firmata made in Italy. Una sfida vera e propria per chi crede nel valore del capitale umano e nella capacità produttiva di settori all’avanguardia. Bisogna porsi delle mete per avere il coraggio di raggiungerle.” È con questo spirito, che Tassi, ha intrapreso questo percorso di rivoluzione d’impresa. Oggi è determinata ad attuare un piano industriale che la posiziona come service company del settore ICT e competence center per i temi della Trasformazione Digitale e del Paradigma di Internet. Per la sostenibile capacità imprenditoriale, Tassi, è stato anche selezionato, nell’ambito della cerimonia di premiazione Italia del Merito 2021 che si terrà alla Camera dei Deputati di Roma, compatibilmente e nel rispetto dell’emergenza sanitaria. Riccardo Tassi e la sua azienda sono uno splendido esempio di competenza, etica visione strategica e coraggio, ma soprattutto di speranza per il nostro sviluppo economico. Ispirandosi alla filosofia di Eraclito ha sempre sostenuto: “Bisogna volere l’impossibile, perché l’impossibile accada.”